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mercoledì 8 ottobre 2008

POETA MARINAIO












Ho cavalcato la notte dritto verso nord,
gelido mare, che infrange la mente,
abbracciato al mio libro, alla mia vita,
ondeggiavo quieto tra le onde nere.

Ho spinto il vascello di un sogno,
squartando la corrente con dignità,
che ancora veste la mia mente,
corpo esanime alla deriva.

Il mondo mi guardava da sotto,
ed io stavo in mezzo, silente,
percorso da un chimico freddo,
schegge di ghiaccio nel cuore.

Io, semplice mortale, senza più equilibrio,
in balia della inettitudine quotidiana,
la mia marinara invenzione,
di poeta morto e di nuovo risorto.



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